Nata come protagonista di una serie di articoli sul «Times» – lo scrittore Peter Fleming propose all’autrice di curare una rubrica su «una donna ordinariache conduce una vita altrettantoordinaria» –, il personaggio della signora Miniver riscosse un immediato e straordinariosuccesso sin dal suo debutto, nel1937, tanto da diventare dopo solo dueanni un libro e nel 1942 un film pluripremiatoagli Oscar. La vita della signora Miniver, che «gode dei suoi quarant’anni molto più intensamente di quanto non avesse goduto i trenta», non è poi così ordinaria: abita in una graziosa villetta a Chelsea con il marito Clem, affermato architetto, i tre figli, e completano l’assetto familiare decisamente upperclass una tata, una cuoca e una governante. L’estate si trascorre in un cottage nel Kent, i weekend immersi in battute di caccia. E quando la Seconda guerra mondiale arriva a sparigliare il suo mondo ordinato, la signora Miniver conserva intatto il suo spirito, con entusiasmo e incrollabile forza d’animo. Scene di vita quotidiana che brillano di una verve ironica e di una gioiosa leggerezza, rivelando quanto le esistenze tranquille possano essere preziose.
Jan Struther
(1901-1953)
Pseudonimo di Joyce Anstruther, nata a Whitchurch, nel Buckinghamshire, frequentò la prestigiosa Miss Ironside’s School di Londra e sposò il broker Anthony Maxtone Graham, con il quale ebbe tre figli. Negli anni Trenta iniziò a collaborare con il settimanale satirico «Punch» e poi con il «Times». Dalla rubrica quindicinale sul «Times» dedicata alla signora Miniver fu tratto prima il libro e poi l’omonimo film del 1942, pluripremiato agli Oscar e noto per aver commosso profondamente l’America che entrava in guerra.
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Jan Struther – La signora Miniver
18,00€
Traduzione di Carla Pinna
Nata come protagonista di una serie di articoli sul «Times» – lo scrittore Peter Fleming propose all’autrice di curare una rubrica su «una donna ordinaria che conduce una vita altrettanto ordinaria» –, il personaggio della signora Miniver riscosse un immediato e straordinario successo sin dal suo debutto, nel 1937, tanto da diventare dopo solo due anni un libro e nel 1942 un film pluripremiato agli Oscar. La vita della signora Miniver, che «gode dei suoi quarant’anni molto più intensamente di quanto non avesse goduto i trenta», non è poi così ordinaria: abita in una graziosa villetta a Chelsea con il marito Clem, affermato architetto, i tre figli, e completano l’assetto familiare decisamente upper class una tata, una cuoca e una governante. L’estate si trascorre in un cottage nel Kent, i weekend immersi in battute di caccia. E quando la Seconda guerra mondiale arriva a sparigliare il suo mondo ordinato, la signora Miniver conserva intatto il suo spirito, con entusiasmo e incrollabile forza d’animo. Scene di vita quotidiana che brillano di una verve ironica e di una gioiosa leggerezza, rivelando quanto le esistenze tranquille possano essere preziose.
Jan Struther
(1901-1953)
Pseudonimo di Joyce Anstruther, nata a Whitchurch, nel Buckinghamshire, frequentò la prestigiosa Miss Ironside’s School di Londra e sposò il broker Anthony Maxtone Graham, con il quale ebbe tre figli. Negli anni Trenta iniziò a collaborare con il settimanale satirico «Punch» e poi con il «Times». Dalla rubrica quindicinale sul «Times» dedicata alla signora Miniver fu tratto prima il libro e poi l’omonimo film del 1942, pluripremiato agli Oscar e noto per aver commosso profondamente l’America che entrava in guerra.
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