Nato a Roma nel 1888, autore della fortunata serie del commissario De Vincenzi della squadra mobile di Milano, viene colpito dalla censura fascista, impegnata a far scomparire ogni riferimento al crimine in letteratura. Dal luglio al settembre 1943 scrive vari articoli sulla «Gazzetta del Popolo», che causano il suo arresto con l’accusa di attività antifascista. Uscito di prigione nel 1944, si ritira a vivere a Bellagio, sul lago di Como. Lo stesso anno, in seguito a uno scontro con un repubblichino, degenerato in rissa, muore per le violente percosse subite.